Il paese della capra e delle rape

IMG_9336Il paese della capra solitaria. Il paese con un’unica via di accesso. Sono due delle possibili interpretazioni del nome Caprauna, piccolo paese – piccolissimo praticamente un villaggio – in fondo alla valle Pennavaire. (Vedi la Galleria fotografica)

IMG_9340bSe la prima delle due ipotesi sull’origine ed il significato del nome è corroborata dallo stemma stesso del piccolo Comune – che presenta, appunto, una capra sola e soletta -, la seconda è più letterata ed istruita, si richiama a Clavis Una, ovvero una chiave, un accesso, che la parlata volgare avrebbe, nel tempo, trasformato nell’odierno Caprauna.

Tra i due litiganti, il terzo gode? Potrebbe anche essere, e personalmente – eccesso di romaticismo? – propendo proprio per la terza ipotesi, che farebbe discendere il tutto dal fatto che, dopo una delle tante pestilenze che afflissero l’Italia del Medioevo, solo una famiglia ed una capra sarebbero sopravvissute.

Qualunque sia la verità – e se ce ne fosse una quarta? – Caprauna è e rimane un borgo interessante per più di una ragione. Una è il suo essere, insieme al vicino paese di Alto, uno dei due soli Comuni piemontesi che, dal punto di vista geografico, non appartengono alla Valle Padana. Caprauna e Alto, infatti, si trovano sul versante ligure delle Alpi Marittime. La storia li ha però legati al Piemonte, e prima ancora ai Savoia. Proprio in questa zona, infatti, l’ex casa regnante aveva installato una guarnigione incaricata di controllare il passaggio delle merci tra il Piemonte e i paesi costieri liguri, esigendo il dazio dai mercanti che risalivano la valle Pennavaire proveniendo da Albenga.

Il legame con le terre al di là del versante delle Alpi Marittime può essere fatto risalire a molto prima, in verità, a tempi antecedenti l’arrivo delle legioni romane nella zona. Caprauna e Alto, infatti, erano abitate dai Ligures, esattamente come i villaggi nell’odierna Valle Tanaro, in competizione – diciamo pure conflitto – con i villaggi Ingauni (oggi Albenga) della costa. Una ‘competizione’ che sarebbe entrata nella storia con la discesa di Annibale e dei suoi elefanti in Italia: i Ligures si schierarono con Roma, gli Ingauni con il condottiero cartaginese. L’esito della seconda guerra punica avrebbe risolto per sempre la situazione a favore dei ‘piemontesi’. Ecco, quindi, che i due paesi dell’alta Valle Pennavaire, pur essendo geograficamente Liguria, da millenni seguono le vicende delle terre di Piemonte.

rapa-di-capraunaLa seconda ragione di interesse è di stampo gastronomico: Caprauna è Presidio Slow Food per le rape. A quella che cresce nei terreni dell’alta Valle Pennavaire vengono riconosciute qualità particolari, superiori alle altre varietà di rapa. Forse è proprio il connubio tra terra di montagna e aria di mare a dar loro un sapore diverso, caratteristico, che ha portato al piccolo paese il riconoscimento di Slow Food. La sua pasta fine e bianca si inserisce in moltissime ricette tradizionali, a fettine – come nella pasta casereccia – o fritte – con le salsicce.

IMG_9375Terzo motivo è la presenza di un interessantissimo Museo Etnografico che ripercorre la storia del territorio e delle sue genti, dai primi uomini che abitarono queste terre fino ai giorni nostri. Curato e gestito da Enrica Ruaro, il museo si pone l’obiettivo di “lasciare una testimonianza concreta alle nuove generazioni e ai turisti della cultura contadina nella speranza di indurli ad apprezzarla e rispettarla”. Un museo piccolo, appena due sale – più un’anticamera ed un altro piccolo spazio espositivo – ma di grande effetto, testimonianza della storia di una comunità e del suo attaccamento al territorio che da millenni la ospita.

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